Il 12 gennaio 2003, moriva a Miami, all'età di 53 anni Maurice
Gibb, compositore, cantante, produttore, musicista polistrumentista.
Maurice era fondatore e componente, insieme ai fratelli Barry e
Robin, del gruppo musicale di cui si occupa questo sito, i leggendari
Bee Gees.
Oltre
ad amare la musica dei fratelli Gibb, ho avuto il privilegio di
incontrare due volte Maurice Gibb. La prima volta a Londra, nel
febbraio 2001, in occasione della registrazione di uno special dal
vivo di "Top of the Pops" e due mesi più tardi
a New York, pochi minuti prima del concerto dei Bee Gees in uno
dei più antichi teatri di Manhattan.
In entrambe le occasioni sono rimasto assolutamente colpito dalla
simpatia, dalla gentilezza e dalla disponibilità di Maurice.
Difficile credere di avere davanti una icona della musica pop-rock.
A Londra ricordo la differenza tra lui e Robin. Maurice mi abbracciò
e si prestò con grande calore a posare per tantissime fotografie,
mentre Robin, gentilmente ma con decisione, mi chiese di fare foto
ed autografi molto velocemente e fuggì subito dopo.
Di quella notte magica ricordo anche il dopo-concerto, quando insieme
alle amiche Elisabetta Mettuno e Claudia Ioele ci intrufolammo nel
camerino di Mo, e sia sua moglie Yvonne che il figlio Adam ci sorrisero
vedendo Maurice venirci incontro, stanco ma sempre affettuoso e
gentile, di nuovo pronto a posare con noi.
Dell'incontro di New York, al "Bee Gees meet and greet"
ricordo la sua espressione dapprima interrogativa e scherzosa nel
chiedermi "...ma non ci siamo già visti quest'anno
da qualche altra parte nel mondo?" Ma soprattutto ricordo
la sua incredulità quando gli dissi che arrivavo dalla Sicilia.
"Sicilia? Ma è davvero lontanissimo..."
disse con un filo di voce guardando Barry che nel frattempo, insieme
a Robin, commentava stupito un foglio che gli avevo appena propinato
(per la cronaca era la stampa della pagina di questo sito dedicato
alla somiglianza dei simboli della Sicilia e dell'Isola di Man).
Toccai il cielo con un dito quando lui e Barry mi strinsero la mano
dicendomi, da veri English gentlemen, "Thank you, sir"
e lui ridendo aggiunse, "ma vedrai che il concerto ti piacerà..."
Mi ero appena fatto un viaggio di circa 12 ore (tra volo da Palermo,
sosta a Fiumicino, volo per NY 2 ore di dogana all'areoporto di
NY, frenetica corsa in albergo e corsa in teatro) ma non dimenticherò
mai quel sorriso... Gli risposi "You are the best",
indicandoli tutti e tre sorridenti, ma l'idillio fu rotto da Carol
Peters (una dei personal manager dei Gibb) che mi allontanò
quasi di peso dalla scena, dicendomi di lasciare spazio agli altri
fans...
Si comprende forse perchè la notte tra l'11 ed il 12 gennaio
del 2003 io sono rimasto ininterrottamente col pc su internet ad
aspettare inutilmente una buona notizia. Invece alle 5, 20 qualcuno
da Miami mi ha spedito una mail in cui era scritto soltanto "Gone".
Subito dopo qualcun'altro dall'America postava sul forum di Bee
Gees Italy la terribile frase "Maurice is dead".
Per evitare (se già non ci sono cascato) ogni facile abuso
retorico non voglio dilungarmi sulle mie sensazioni e sulle mie
reazioni estemporanee di quella notte maledetta.
Ma quando, qualche giorno dopo, un notissimo fan inglese mi scrisse
per comunicarmi (e a suo modo per congratularsi) che il mio sito
era stato il primo a dare la notizia della morte di Maurice, avrei
immediatamente cancellato ogni singolo file di Bee Gees Italy.
Ma chi era in realtà Maurice Gibb? Agli occhi dell'osservatore
superficiale (ed ahinoi agli occhi della stragrande maggioranza
dei giornalisti musicali italiani) Maurice era il Gibb meno importante
nella storia dei Bee Gees. Niente di più sbagliato.
Al di là del suo talento e delle sue indubbie capacità
vocali, compositive e strumentali, importantissime nell'economia
del processo compositivo dei Bee Gees, Maurice era secondo molti
colui (musicalmente e non) che teneva insieme i Bee Gees. Il collante,
il "Man in the middle", il mediatore, il punto di incontro
artistico (e forse anche interpersonale) tra Robin e Barry, che
varie volte hanno dichiarato che quasi ogni canzone che loro iniziavano
a scrivere e/o a cantare era poi finita solo con l'intervento di
Maurice.
Eppure pare che i rapporti tra i tre fratelli, negli ultimi anni,
specie dal punto di vista delle scelte economico-manageriali, non
erano affatto idilliaci (come ha confermato Barry in una intervista
al "New York Times" rilasciata nel novembre 2002 ma pubblicata dopo la morte
di Mo).
Anche dal punto di vista prettamente artistico le divergenze si
erano fatte pesanti (e lo avevamo notato anche in "This is
where I came in", visto che in alcune canzoni addirittura i
tre hanno evitato di fare insieme persino i cori...), incentivate
da una serie di congiunture non proprio positive: la fine prematura
delle attività promozionali di "This is where I came
in"; i problemi con la Universal che portarono alla frettolosa
ed infelice pubblicazione della raccolta "The Record";
l'annullamento del progetto del tour mondiale di sostegno al Greatest
Hits, che si dice sia dovuto anche al "dopo 11 settebmbre"
e che i maligni sostengono abbia provocato la risoluzione del contratto
discografico con la Universal.
Pare che Maurice conoscesse pochi e vaghi dettagli del progetto
solistico di Robin, mentre Barry addirittura criticò pubblicamente
in negativo la riproposizione , in quell'album, di "Wish you
were here" (originariamente contenuta in "One" e
dedicata ad Andy).
Per la prima volta nella storia dei Gibb, Maurice non prendeva parte
alla realizzazione di un album solista di uno dei suoi due fratelli,
anche perchè, presunte o vere divergenze a parte, il buon
Mo sembrò defilarsi dalla scena musicale dedicandosi ai suoi
hobby (Paintball) e solo in parte alla carriera musicale dei suoi
figli.
Nei primi dodici mesi dalla morte di Maurice pare
che Barry e Robin abbiano ricevuto (e rifiutato, almeno temporaneamente)
svariate proposte di tributi pubblici al fratello, da concretizzarsi
con operazioni a sfondo prettamente commerciale, come ha confermato
varie volte nel corso dell'anno Dick Ashby, il personal manager
di Barry.
Tuttavia abbiamo tutti potuto constatare che le loro reazioni "pubbliche"
sono state molto diverse.
Robin, come ha varie volte dichiarato,
pur avendo immense difficoltà ad accettare la realtà,
si è tuffato nel lavoro, intendendolo come una terapia per
lenire il suo dolore. Ha avuto un 2003 molto intenso, con un album
solista (il discreto "Magnet") che, pur non essendo stato
un successo commerciale (Germania a parte, dove ha raggiunto la
top 10), gli ha assicurato (e quindi anche ai Bee Gees) una buona
visibilità sui principali media europei (ahinoi Italia esclusa...).
In particolare in UK ha partecipato ad una trasmissione di successo
dalla quale è scaturita una collaborazione col giovane cantante
Alistair Griffin, la cover di "My Lover's Prayer" (Bee
Gees, da "Still Waters", 1997) canzone che ha raggiunto
il #5 nella classifica UK.
Barry, invece, si è completamente eclissato dalla scena pubblica.
Nessuna intervista, nessuna apparizione radio-televisiva. Sappiamo
che qualche mese fa ha ripreso a cantare, in preparazione allo show
di beneficenza nel quale si esibirà a Miami il 28 febbraio
2004. Nel corso di quest'anno è stato descritto come "devastato"
dalla perdita del fratello.
Ovviamente abbiamo assisitito pure a voci contraddittorie sul futuro
artistico di Barry e Robin Gibb. All'inizio, il giorno dopo della
morte di Maurice, in una intervista rilasciata in esclusiva alla
BBC era stato proprio Barry a dire che "I Bee Gees non finiranno
perchè Maurice non è più con noi". Ma
qualche giorno dopo Robin lo smentì, in varie interviste,
dichiarando che il nome "Bee Gees" doveva essere riservato
nella storia a tutti e tre, facendo capire che lui e Barry avrebbero
continuato a scrivere ed incidere musica ma non come Bee Gees. Nel
corso dell'anno, in varie interviste Robin stesso ha fatto dietro-front
sostendendo che sia lui che Barry hanno intenzione di continuare
sotto il marchio del gruppo. L'impressione è però
che ancora, dichiarazioni ed interviste a parte, i due non abbiano
per niente le idee chiare sul loro futuro comune.
Sebbene possa essere interessante o importante il pensiero al futuro
artistico dei Gibb (ci auguriamo tutti che scrivano ancora grande
musica) non si può non concludere questo ricordo di Maurice
senza sottolineare il grande senso di vuoto umano ed artistico che
la sua scomparsa continua a causare.
Infine altrettanto inevitabile appare un accenno all'incresciosa
(almeno in Italia) mancanza di "pubblica" attenzione e
dovuto rispetto alla memoria di un così grande artista: l'assenza
dei media è più che mai vergognosa ed ingiustificata,
anche se forse alimentata dalla mancanza di commemorazioni cosiddette
ufficiali (Memorial con i fans organizzati dalla famiglia e/o dall'industria
discografica). Tuttavia è sembrata comprensibile (per la
famiglia Gibb) la necessità di discrezione e l'assoluta mancanza
di velleità speculative.
Negli anni successivi alla scomparsa di Maurice
abbiamo assistito dapprima ad una "lite pubblica" fra
i due fratelli in merito proprio ad una serie di iniziative poste
in essere da Robin per commemorare Maurice (un album di cover con
grandi nomi come Paul Mc Cartney, serie televisive, documentari,
etc), dai quali Barry ha dichiarato non essere mai stato coinvolto
da Robin. Tutti questi progetti tuttavia non hanno mai avuto alcuna
effettiva realizzazione.
Tuttavia, dopo avere evidentemente superato (o accantonato) questi
litigi, nel febbraio del 2006 Barry e Robin hanno suonato dal vivo
insieme per la prima volta dopo la morte di Maurice, a Miami, per
beneficienza. La cosa si è ripetuta un altra volta a Londra,
nel maggio del 2006.
Nel marzo del 2007 l'intera famiglia Gibb (la mamma, Barry, Robin,
la vedova di Maurice & figli) hanno inaugurato a Miami un parco
che la città statunitense ha voluto intitolare alla memoria
di Maurice, il "Maurice Gibb Memorial Park". Nel 2009, a margine delle celebrazioni per il cinquantesimo anno dei Bee Gees, Barry e Robin annunciano di volere riprendere a cantare insieme e probabilmente a scrivere insieme nuovo materiale musicale. E a novembre del 2009, dopo più di 8 anni, ritornano in diretta "live" in TV in Inghilterra e negli USA...
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