"This Is Where I Came In"
   Polydor Records , 2001

This is where I came in

This Is Where I Came In
She Keeps Coming
Sacred Trust
Wedding Day
Man In The Middle
Deja Vu
Technicolour
Walking On Air
Loose Talk Cost Lives
Embrace

Bonus tracks
Just In Case
I Will Be There
Promise The Earth


Dopo 35 anni i Bee Gees sono ancora capaci di confezionare un gran bel disco, onesto e coraggioso. Le 12 canzoni (14 nell'edizione inglese che è quella a cui ci riferiamo) contenute in "This is where I came in" dimostrano ancora una volta la grandissima abilità compositiva di Barry, Robin e Maurice Gibb. Scritto e registrato tra Miami e Londra, questo nuovo lavoro si può tranquillamente dividere un due parti. La prima parte (di grandissimo livello) vede i tre fratelli insieme sia nella composizione che nella performance vocale. Troviamo l'ottimo singolo omonimo, l'accattivante "Sacred trust", la rockeggiante "She keeps on coming" , la struggente (sdolcinata?) "Wedding Day" e l'ipnotica "Just in case", uno dei momenti migliori, incredibilemente relegata a "bonus track". Le sorprese (anche queste di ottimo livello) arrivano quando i tre si concedono degli spazi compositivi e realizzativi autonomi. Qui troviamo la grandissima "Deja vù", che sebbene (e si sente nettamente) sia composta da tutti e tre, è cantata e realizzata soltanto da un ottimo Robin, che firma tutto solo la danzereccia "Embrace" (grande melodia) e si concede una distrazione ultra-moderna in "Promise the earth" (seconda bonus track dell'edizione inglese). Il grande Barry ci sorprende con un ottimo rock'n'roll, "Voice in the wilderness", grande momento dell'album, dimostrazione della mai sopita voglia di divertimento che hanno sempre avuto i Bee Gees. Barry firma anche "Technicolor dreams", sorprendente omaggio alla musica degli anni 20-30, e la intimistica ballad "Loose talk cost lives". Dal canto suo Maurice, da sempre dei tre il musicista più versatile dei tre (suona chitarra,basso e tastiere), si propone con due buone canzoni "Man in the Middle" e "Walking on air", influenzata dai Beach Boys. Infine segnaliamo il duetto Barry-Robin nell'orchestrale "The extra mile". In complesso uno dei migliori album dei Bee Gees del periodo post "Febbre del sabato sera" e sicuramente uno dei più coraggiosi, visto che in questo album (a differenza del precedente in studio "Still waters") i Gibb rinunciano a facili tentazioni e clichè triti e ritriti (voci in falsetto, abuso di elettronica e di lentacci ruffiani). Un lavoro a lungo ponderato (circa 4 anni) ma sicuramente di grande spessore.


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